Niccolò Fabi a Lamezia: «Sarà un fantastico viaggio"

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03/05/2011
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In attesa del concerto di sabato 7 maggio alle ore 21.00 al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme, unico in Calabria, Niccolò Fabi ha risposto alle domande di Vinicio Leonetti per Gazzetta del Sud.
«Sarà un bel viaggio». Parla così del suo concerto Niccolò Fabi, cantautore italiano di razza, ultima generazione di artisti che vogliono fare tutto da soli e ci riescono. Lui sarà sulla scena del Grandinetti sabato prossimo alle 21.30.
Cosa sarà? «Concerti da solo ne ho fatti, ma erano estemporanei. Questo è diverso, è un vero e proprio spettacolo con musica e teatralità, articolato con vari strumenti e oggetti sulla scena. Un mix tra tecnica musicale e narrativa». Qualche altra anticipazione? «C´è una dinamica con una sua evoluzione, è un´esperienza innovativa, e la gente che sarà al concerto non sa dove andrà a finire».
Tutto questo ispirato da cosa? «Dal tentativo di studiare, fare cose nuove, migliorare. Esperienze che aiutano a conoscersi meglio, a sfruttare tutte le proprie caratteristiche per comunicare sempre di più al mio pubblico». Avrebbe dovuto chiudere il Demofest l´anno scorso proprio a Lamezia, poi il lutto per la sua bambina. Cambiato qualcosa da allora? «È cambiato tantissimo. Sono percorsi di vita che s´intrecciano nella creatività. Vedremo. Ogni avvenimento della propria vita è foriero di suggestioni e possibilità. Questo scombussola tutto».
Oltre alla musica quali tipi d´arte l´attraggono? «L´amore per la creatività è la musica, che ha bisogno di tanto altro per esprimersi. La nuova canzone che sto sperimentando va proprio in questo senso». Qual è l´ultimo concerto non suo che ha seguito? «I Subsonica. Ma ascolto meno di quanto dovrei. Molta musica americana. Mi piacciono le sonorità inusuali. Adesso sto ascoltando con interesse Bon Iver e James Clarke (giovani cantautori statunitense, ndr), ma anche elettronica. M´interessa la contemporaneità». E dove va la contemporaneità? «C´è una grande sperimentazione sul minimalismo anche nel pop. Ormai si lavora tanto in casa, non c´è più bisogno di grandi studi come una volta. Ognuno di noi ne può avere uno tra le mura casalinghe, e senza spese faraoniche. Grazie a questo ognuno può fare la propria musica. Sarebbe bene che l´industria discografica tornasse a foraggiare questo tipo d´espressione musicale». Musica italiana? «In Italia abbiamo un difetto di talento. Non sempre siamo riusciti a trasformare i temi musicali con la nostra lingua. Ci sono tante formule anglosassoni che noi scimmiottiamo. Caparezza ad esempio riesce a creare molto dal linguaggio, da forme popolari a quelle più avanzate. Chiunque voglia fare i Radiohead in italiano è difficile che possa riuscirci». Letture? «Di tutto: libri, quotidiani, settimanali, scandalistici. È lo sguardo che fa la differenza. Franca Foffo (scrittrice romana, ndr) riesce a mettere insieme tradizione e modernità». Dopo la scomparsa della sua bimba di quali progetti umanitari si occupa? «Sto seguendo quanto è seguito al concerto del 30 agosto per la raccolta fondi destinati a un ospedale pediatrico in Angola. Me ne occupo di persona, e a giugno andrò una settimana in Angola per vedere cos´è stato realizzato in otto mesi». Ha incontrato problemi? «Molto meno di quanti ce ne sono in Italia. Lì la burocrazia ti viene incontro, e non ci sono problemi riguardo agli appalti». Altri album all´orizzonte? «Ora sono concentrato su questo tour, la concretizzazione d´un nuovo disco è lontana». Cosa dice ai calabresi per il suo concerto? «Nessun fuoco d´artificio. Sarà un´ora e mezza in cui si compierà un viaggio. Porterò le persone in un altro mondo. Lasciatevi andare. Sarà un grandissimo stare insieme tenendosi per mano».

Informazioni allo 0968441888. (Vedi "area in primo piano")
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